Abbazia di Santa Maria di Casanova

L’Abbazia

La storica Abbazia di Santa Maria Casanova – Cistercense del 1191 si trova in contrada Casanova, ai piedi del borgo medievale. Fu costruita nel X secolo, prima delle grandi cinque abbazie abruzzesi. fu Fu fondata nel 1191 da Margherita, contessa di Loreto e Conversano. Santa Maria Casanova, come narra l’Abate di Vestea nel libro “Penne Sacra”, fu per sette secoli una delle più famose e ricche abbazie Abruzzesi. In Italia si diffuse la sua importanza perchè sotto il controllo cistercense vi erano tutte le altre abbazie nate in Abruzzo e in altre regioni dopo il decadimento dei monasteri benedettini che furono annesse appunto ai cistercensi. Successivamente, nel 1368, l’abbazia fu affidata ai monaci celestini, i quali nel 1591 la affidarono, a loro volta, al cardinale Federico Borromeo. Il declino arriva a conclusione nel 1807, dopo che Giuseppe Bonaparte soppresse gli ordini religiosi portando in tal modo all’inevitabile abbandono dell’edificio. E’ oggi ancora possibile osservare i resti suggestivi del torrione difensivo e della sala capitolare della chiesa centro cistercense più importante d’Abruzzo. Era costituita da una torre vedetta con convento, e più a valle il monastero vero e proprio, circondato da mura. La chiesa crebbe al massimo splendore nel XIII secolo, fino alla decadenza nel XVIII secolo. All’epoca il convento era già danneggiato, ed è raffigurato in vignette da Edward Lear nel XIX secolo nel suo Viaggio in Abruzzo. Fino al 2009 l’abbazia era abbandonata, perché il monastero gravemente danneggiato dal tempo, con solo alcune arcate e mura perimetrali, e la torre semi diroccata.

Con la riscoperta dei monumenti del territorio, in seguito al terremoto aquilano, l’abbazia è stata restaurata nel 2011-13, soprattutto la porzione meglio conservata intorno alla torre. La torre è a pianta quadrata ed è accessibile. Il complesso è visibile su prenotazione sotto la guida esperta di operatori culturali in grado di mostrare soprattutto le mura e le arcate romaniche che sono sopravvissute.